Venti di guerra, Brumaio 1261
settimo giorno della terza decade di
brumaio 1261
Descrizione
Nelle taverne e nelle piazze delle Terre Spezzate si rincorrono voci preoccupanti. Gli spostamenti di navi e di truppe non lasciano presagire nulla di buono per il futuro del Regno.
Le dicerie, pur fondate, non trovano conferme dai banditori delle nobili Corti, ma questo non fa che stuzzicare ancora di più la curiosità del popolino...
A Candia, il Barone Eumeo Pelagi ha scacciato gli Scudi d’Argento dalla storica Fortezza sul golfo, in cui erano stanziati dai tempi di Basilio VIII e Re Adriano. Il grosso della compagnia - cinquecento mercenari - ha già lasciato la città su una nave diretta verso la Gargiarocca, pare per offrire i propri servigi a Falcobrando.
La fortezza, comunque, non rimarrà a lungo vuota. Cinquecento uomini della compagnia dei Draghi di Ferro sono stati assoldati dalla Principessa Desdemona e sono già in viaggio per Candia, dove si presume che occuperanno la sede che fu dei loro rivali.
La città inoltre è in fermento per preparare e armare la flotta personale del Barone Pelagi, composta da dieci caracche. La flotta si riunirà alle navi della Basilissa, già stanziate a Vigezia insieme a venti altri vascelli di provenienza incerta.
I venti vascelli, guidati da un certo Diomede, non battono alcuna bandiera e sono giunti da poco al porto di Vigezia; i loro equipaggi, variopinti e armati fino ai denti, stanno facendo la fortuna dei proprietari di bordelli della città.
Venalia non è l’unica terra che sta rafforzando la propria flotta. A Dimora molte navi sono giunte per rimpolpare ciò che restava della malconcia flotta dei Gastaldi.
Dieci veloci caravelle mercantili, provenienti da Capo d’Alba, da diverse settimane sono attraccate al porto di Dimora, dove sono state equipaggiate e armate. A loro si sono unite dieci navi provenienti da Irradia e battenti la bandiera dei Themelioni.
Anche dal nord giungono notizie curiose e interessanti. Ad Approdo, la figlia del Duca Gotardo ha sposato un comandante militare giunto da Corona del Re. Pare che il novello sposo non possa vantare origini nobili, c’è addirittura chi dice che si tratti di un buzzurro e un tagliagole. Quel che è certo è che i quattrocento arcieri e fanti leggeri al suo seguito sono stati molto graditi dal Principe Alarico.
A Valleterna, in particolare nel Vestese, le bande di briganti si sono fatte più ardite. Hanno alcuni amici tra il popolo, che offrono loro aiuto e rifugio e sembrano bene organizzate, quasi come ai tempi nefasti in cui l’eretico Brandilione mise a ferro e fuoco le terre dei Castamanti.
Un’altra notizia, più lieve ma non priva di conseguenze, è che il Principe Edoardo è di nuovo scapolo, o meglio, vedovo. Difatti Sua Eccellenza il Tetrarca ha accolto le richieste del Principe e ha dichiarato nullo il suo matrimonio con Artemisia Sofia Zenaidi. La causa dell’annullamento è la comprovata incapacità della moglie di generare figli. La baronessa Zenaidi ha già fatto discretamente ritorno a Vigezia.
Infine pare che Mantodineve, il Principe dei Satiri che da un paio d’anni regna sui boschi del Fanyati a Neenuvar, abbia chiamato a raccolta centinaia di creature della foresta e che le stia preparando a partire per un lungo viaggio... quale sia la destinazione, nessuno lo immagina.
Nobili e plebei non sanno con certezza che cosa significheranno per il Regno tutti questi avvenimenti. Nelle taverne, solo i vecchi giocatori d'azzardo sembrano conoscere la risposta. Scuotendo la testa, commentano: "Cosa porteranno queste notizie? Nulla di buono, nulla di buono..."
Personaggi Coinvolti
Edoardo dei Castamanti
Alarico D'Urso
Mantodineve
Artemisia Sofia Zenaidi
Eumeo Pelagi